[10] L’arme della famiglia è: spaccato di azzurro e di verde, e sul tutto due atleti di oro ignudi, in atto di lottare, accompagnati nel capo da una testa di mercurio del medesimo, con ali di argento e coperto da un berretto di nero. Bianche lenzuola appese Nel romanzo questo è possibile, in poesia, no. dove va a finire il giusto (che forse è possibile far rientrare nella categoria dell’utile)? della vanità? […] In che senso il tempo interiore è non lineare? La novità che intravedo, leggendo le sue poesie, è correlata ad un umanesimo culturale che affonda le radici in più territori. È una procedura di nuovo conio, ma non lontana dalle procedure compositive di Mandel’stam che teorizzava e praticava una poesia basata sulla metafora tridimensionale; una procedura imparentata con la teoria degli equivalenti oggettivi di Eliot e con la teoria dell’imagismo di Pound. Formalizzati così i “punti di vista”, rimane ora indicare l’area dove collocare la poesia di Linguaglossa. Fare oggi una poesia del Soggetto che legifera nella sua sfera di influenza, è, a mio avviso, una ingenuità filosofica ed estetica. La selezione fa il suo gioco, e per fortuna decidiamo noi con chi giocare le nostre carte. La «nuova ontologia estetica» è nata da una presa d’atto della crisi irreversibile della. 168. https://www.fondazioneterradotranto.it/2010/07/21/tra-rovi-e-more-selvatiche/. Ho dovuto inventare di sana pianta uno stile modernistico e riallacciarmi alle sorgenti del Modernismo europeo, un lavoro gigantesco che dovrebbe essere visibile nella raccolta di prossima pubblicazione “Il tedio di Dio” che dovrebbe uscire con Progetto Cultura di Roma.». Solitamente con “senso” i filosofi intendono il modo di darsi, la modalità di presentazione di un oggetto a un soggetto. che sia più oscura della sera, La scrittura poetica della Dzieduszycka è un venire alla presenza, un distogliersi dal nulla per venire alla presenza di nient’altro che di se stessa, perché prima di essa c’è il nulla e dopo di essa c’è, egualmente, il nulla. Ricordato che il nostro rinoceronte deriva dal latino rhinocerote(m), di cui il rhinocerote del titolo è il caso ablativo, che la voce latina è dal greco ῥινόκερως/ῥινοκέρωτος (leggi rinòkeros/rinokèrotos) composto da ῥίνος (leggi rinos=naso)+κέρας (leggi keras=corno) e che la n del nostro rinoceronte probabilmente è dovuto ad influsso di elefante, non mi resta che riprodurre il testo della poesia, tradurla e commentarla. A Vilnius, dunque, l’Italia è proprio di casa, per il suo appeal esercitato nel mondo in ambito storico e culturale, per il fascino del made in Italy (non escluso il noto marchio automobilistico della Ferrari, primo nel mondo), per la vocazione all’accoglienza, per il sole e il mare, per l’eccellenza di scienziati in ogni campo del sapere e dell’economia. a spasso nel regno dei cieli, fantasmi Perciò si può passarle vicino e lasciarsela alle spalle senza alcun pericolo». Considerare questa rete di connessioni, e di interazioni, presupponendo per un istante che il frammento non è il transitorio elemento del dire linguistico, ma la particella essenziale, che è il mistero stesso della poesia, e della sua evoluzione, significa dare infusioni vitali per esistere al di là di ogni naufragio della parola. Il tempo passato – il ricordo – diventa piatto, film o scrittura sedimentata, impronta ripetuta e scolorita di una sensazione, una madeleine, un selciato sconnesso, il tintinnio di una posata provocano la resurrezione del passato, ossia fanno apparire il tempo nello spazio. Che cos’è l’immagine?
Solo qualche schizzo di sangue fa la spia. Ne L’interpretazione dei sogni Freud ci dice che il sogno «è una messinscena originaria», anteriore alla stessa distinzione tra «soggetto» e «oggetto». Anche qui dunque una scenografica, quasi teatrale, disposizione di statue (M. Gaballo, Una villa-masseria in agro di Nardò. Mario M. Gabriele è nato a Campobasso nel 1940. come soggetto, non era niente, ma che, La conseguenza di questa situazione sarà che chi viene dopo questi poeti non potrà che continuare a produrre fraseologie dell’io, frasari distassici, combusti magari con allegria per re-impiegarli nell’economia stilistica imposta dalla dismetria dell’epoca della stagnazione e della recessione. – Ciò di cui il significato «è», lo è in quanto senso, sensato, appartenente al sensorio (e che gira e rigira intorno all’oggetto); possiamo dire quindi che il senso abita l’immagine, il significato, ovvero, il sensorio? abbattuti dalla neve. lasciate le finestre aperte! L’ironizzazione applicata alla vita domestica e agli affetti familistici diventerà un paradigma stilistico che il minimalismo imporrà quale modello dominante. O forse no. sospinti dal vento Siamo piccole voci Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l’uomo legge l’universo. Mi chiedo, è ancora possibile stabilire, con un minimo di precisione, la comunicazione della in-tensione significante? […] Cade lo stesso elefante; mentre una freccia si conficca nell’addome, la solerte prudenza (dell’uomo) espugna le (sue) stupide forze. Cristo mi salvò! Da questo punto di vista, esso corrisponde allo sforzo heideggeriano di preparare un pensiero post-metafisico»,1 afferma Vattimo; ma se la tecnologia è la diretta conseguenza del dispiegamento della metafisica, un pensiero post-metafisico ci conduce da subito alla critica dell’ideologia del Progresso e alle istituzioni culturali che in tutto il Novecento hanno svolto il ruolo di supplenza e di sostegno. Il pensiero poetante per sua natura non ha semplicemente il ruolo di rilevare il senso ultimo dell’ente e di porgerlo all’uomo, il pensiero poietico è un pensiero fondante, un pensiero che dà la misura del mondo, fonda gli ambiti di comprensione dell’ente visto nel divenire come permanente produzione e distruzione dell’ente. Pecchiamo di arroganza? Il firmamento è già in sé corrotto, corruzione di una corruzione. Per la greca: A Gregorio Messere salentino che con la lingua (che si parlava) in Grecia si spinse verso la vetta della cultura, a colui che creò quest’Accademia1 Ferdinando Sanfelice allievo riconoscente. n’ômbrə affuchàtə de suldàtə Niente di trascendentale, si parla di un reale poroso, corrivo, sciatto, convenzionale, in uno «stile [che] non vale niente», scritte di «pugno degli Dei», ovvero, degli uomini del nostro tempo corrivo e banale. Non c’è linguaggio che non sia metalinguaggio sembra dirci Gabriele. Mario M. Gabriele è nato a Campobasso nel 1940. La storia della poesia degli anni Ottanta e Novanta sta lì a dimostrare la scarsa consapevolezza di questa problematica da parte della poesia italiana. Cercando e sperando di emulare il cugino pescatore estivo, anche mio padre Silvio, sporadicamente, s’esercitava a calare una lenza, fissandola sempre al pizzo dell’Acquaviva e il giovanissimo figlio, una volta, potette essere testimone della cattura d’una preda, una cernia di medie ma ad ogni modo apprezzabili dimensioni.