Si passa poi per serre dove si trovano: felci, orchidee, mangrovie, alberi del pane, terrari e acquari che ospitano raganelle, pesci tropicali, piranha, caimani nani; ma anche  una voliera con tucani e bradipi, uccelli del paradiso, tartarughe di terra. Alcuni testi o immagini inseriti in questo magazine sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Questa specie è ormai estinta in natura. Se siete della zona e avete una giornata libera fateci un pensierino, toglie davvero il fiato! Autorizzi al trattamento dei dati personali: All’Oasi di Sant’Alessio è anche possibile assistere alla dimostrazione di volo dei rapaci da parte dei loro esperti falconieri. I risultati non si fanno attendere: è dimostrato che gli animali allevati in cattività nell’Oasi recuperano comportamenti selvatici, pertanto la reintroduzione non è lenta e difficile come di norma ma anzi è un successo incredibile. Si finisce al laghetto dei fenicotteri di Cuba a fianco alla voliera dell’Ocelot. Iniziano il loro “lavoro” dedicandosi a tre specie: falco pellegrino, cicogna bianca (che mancava dall’Italia da cinque secoli) e cavaliere d’Italia. La storia. L’obiettivo è creare una sorta di allevamento per specie che in natura erano in pericolo, e liberarle per procedere al ripopolamento. I cavalli Pzewalski (estinti in natura e che dovrebbero produrre giovani per ripopolare alcune zone della Mongolia), la ricostruzione di un corso d’acqua nostrano con specie autoctone. Estinto il ramo dei Beccaria che ne aveva fatto una specie di feudo –feudo che Sant’Alessio formalmente non fu mai- gli eredi trasformano il castello in ospizio per i pellegrini. Due esemplari di Equus przewalskii presenti all'Oasi. L’Oasi iniziò a nascere nel 1973, quando Antonia e Harry Salamon acquistarono il castello di Sant’Alessio e quel poco di terra che gli sta intorno tuttora. Tutto quello che vediamo oggi, boschi, ruscelli, stagni, paludi, è tutto opera dell’uomo. L’Oasi nasce nel 1973 dalla passione di Antonia ed Harry Salamon, che quell’anno acquistano il castello di Sant’Alessio e la poca terra che aveva intorno. È davvero incredibile vedere nella garzaia migliaia di aironi e altri volatili totalmente noncuranti dei visitatori e dediti alle proprie faccende. Alcune specie delle quali si è favorita la riproduzione vengono poi reintrodotte in natura. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Gatti selvatici, martin pescatore (l’Oasi è la prima al mondo in cui si è riprodotto in cattività), airone rosso e gipeto e arriva la parte più affascinante, il tunnel subacqueo: un percorso creato appositamente per osservare, come se ci trovassimo sott’acqua con loro, le evoluzioni di lontre, anatre tuffatrici e storioni. L’Oasi di Sant’Alessio nasce a partire dal 1973, quando Antonia e Harry Salamon acquistarono il castello del luogo con il terreno annesso. Acconsento. Ricostruzione dei luoghi umidi dell’Europa meridionale, qui incontriamo caprioli, anatre selvatiche, pesci e uccelli che hanno popolato spontaneamente questo piccolo paradiso evolutosi in totale autonomia negli ultimi quarant’anni. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. Il borgo di sant’Alessio, come dice il nome del suo Santo patronimico è già da secoli tappa o almeno sul percorso dei pellegrini romei e diretti in Terrasanta. In un incontro che dura circa un’ora e durante il quale, il signor Salamon in persona, spiega teoria e biologia dei vari esemplari. L'oasi, fondata da Harry ed Antonia Salamon, racchiude una grande varietà di flora e fauna, ed è sorta di fianco ad una garzaia che si trova quindi all'interno della proprietà. Ovviamente restano in cattività, in ampie voliere, i riproduttori, necessari per mantenere i programmi di ripopolamento e reintroduzione in natura. Ricevi un avviso se ci sono nuovi commenti. La storia e l’obiettivo dell’Oasi. Poi il tunnel della garzaia, per osservare aironi e ibis sacri, la voliera di spatole e cavalieri d’Italia e nuovamente all’aperto sulle rive del laghetto, frequentato da aironi, cicogne, caprioli e altre specie nostrane stanziali e dove vive una coppia di pellicani ricci. L'ingresso è situato nel centro del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale, e corrisponde all'accesso del castello di Sant'Alessio. Ed il risultato è decisamente spettacolare. L’obiettivo è creare una sorta di allevamento per specie che in natura erano in pericolo, e liberarle per procedere al ripopolamento. .mw-parser-output .geo-default,.mw-parser-output .geo-dms,.mw-parser-output .geo-dec{display:inline}.mw-parser-output .geo-nondefault,.mw-parser-output .geo-multi-punct{display:none}.mw-parser-output .latitude,.mw-parser-output .longitude{white-space:nowrap}.mw-parser-output .geo{}body.skin-vector .mw-parser-output #coordinates{font-size:85%;line-height:1.5em;position:absolute;right:0;top:0;white-space:nowrap}Coordinate: 45°13′11.28″N 9°13′25.25″E / 45.2198°N 9.22368°E45.2198; 9.22368. Animali, come gli aironi (nell’Oasi di Sant’Alessio si trova la prima garzaia creata dall’uomo), i fenicotteri, le cicogne, il martin pescatore o gli scoiattoli rossi, che sono stanziali e vivono nell’Oasi liberi e selvatici. Man mano che l’allevamento procede  e con il passare del tempo, l’Oasi cresce, sia come dimensioni sia come specie animali che la popolano. Mamma, ho perso l'aereo: un grande classico natalizio, Giornata mondiale del bambino prematuro: i veri guerrieri, 70 anni di Carlo Verdone: i film da (ri)vedere. Do il mio consenso affinché un cookie salvi i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento. Nell'oasi è presente un'area dedicata alla fauna tropicale con apposite ambientazioni in serra, acquari e terrari e un'ampia area dedicata alla fauna italiana ed europea. Al punto che ogni anno, in primavera, migliaia di coppie di uccelli selvatici la scelgono per nidificare e crescere la prole. Per visitare l’Oasi esistono due percorsi diversi: li ho testati entrambi da sola, con panza da quinto mese, bambina e passeggino, e sono entrambi assolutamente fattibili. Nell'oasi si possono perciò osservare sia animali liberi, quali Ardeidi, Corvidi, Passeriformi, che animali rinchiusi in gabbie e voliere.