Purtroppo, a causa di varie vicende, tra cui il difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale, il monumento fu inaugurato soltanto il 16 maggio 1954 dal Sindaco di Roma, Salvatore Rebecchini, il quale depose ai piedi del monumento un fascio di fiori, non prima di aver reso omaggio alla memoria dell’artista, deceduto pochi mesi prima. Etimologia: Alessio = protettore, difensore, dal greco. Tornato alla propria dimora povero ed invecchiato, non fu riconosciuto da nessuno ed il padre, credendolo un povero pellegrino, gli concesse alloggio in un sottoscala, dove Alessio visse i restanti giorni della sua vita: nel momento stesso in cui morì, tutte le campane di Roma suonarono miracolosamente. La Chiesa cattolica lo venera come santo e lo ricorda il 17 luglio. Secondo la leggenda siriaca, Alessio, figlio di Eufemiano e Agalé, era un patrizio di Costantinopoli, fidanzato con una donna virtuosa che convinse, la sera delle nozze, a rinunciare al matrimonio. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 17 ott 2020 alle 19:56. L’opera, realizzata da Andrea Bergondi nel XVIII secolo, raffigura “S.Alessio assistito dagli angeli al momento del trapasso” ed è costituita dalla statua in gesso raffigurante il Santo morente ed un reliquiario monumentale, in vetro e legno dorato, disposto in diagonale tra quattro colonne di spoglio in granito con capitelli corinzi, che contiene la scala lignea della casa paterna sotto la quale la leggenda vuole che il Santo abbia vissuto e vi sia morto. https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Alessio_di_Roma&oldid=116105283, Voci biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, bastone, stuoia, scala, croce, foglietto o lettera, moribondi, mendicanti, campanari e portieri. Avendo Alessio prestato a lungo servizio presso l'ospedale di Edessa, nel XIV secolo i Lollardi di Anversa presero il nome di Alessiani e, nel XVII secolo, i Fratelli Celliti gli intitolarono la chiesa del loro convento di Aquisgrana e iniziarono a chiamarsi Alessiani di Aquisgrana. Molto bello il pavimento che conserva ancora qualche decorazione musiva cosmatesca. Nel 986 l'edificio venne dichiarato basilica e dedicato anche a S.Alessio, sulla cui casa paterna, come sopra menzionato, era stato costruito. Secondo la versione greca e romana, invece, Alessio, patrizio di Roma, dopo una vita da mendicante a Edessa, ritornò diciassette anni più tardi a Roma a casa del padre (che però non lo riconobbe): qui visse come mendicante per altri diciassette anni in un sottoscala. Sul pavimento dinanzi alla cappella si trova la duecentesca pietra tombale del diacono Pietro Savelli (19) (nella foto 21), la cui famiglia aveva sull'Aventino una rocca. L’iscrizione, che appare al centro del monumento, così recita: “A Dio Ottimo Massimo – A Metello Bichi, patrizio di Siena, Cardinale generosissimo titolare di S.Alessio, alla cui nobiltà pari era la virtù, elevata per beneficio del Pontefice Massimo Paolo V dall’Episcopato di Sovana alla luce della porpora di Roma ed all’eccellenza dell’Arcivescovato di Siena, virtù che brillò luminosissima ma per brevissimo tempo, Vincenzo e Bernardino, al fratello strappato prematuramente mestissimi edificarono. Attraverso un cancelletto (21) posto in prossimità degli scalini del transetto, è possibile scendere nella sottostante cripta romanica, risalente all'XI secolo, con un altare a baldacchino (nella foto 23) sotto il quale si trova una colonna tradizionalmente ritenuta quella alla quale fu martirizzato S.Sebastiano. Prima di morire descrisse in un biglietto tutta la sua vita, compresa la rinuncia al matrimonio e la partenza a Edessa. Morì all’età di settantotto anni il primo di luglio del 1619”. La navata sinistra inizia con la bellissima Cappella di S.Alessio (8) (nella foto 11), situata nella controfacciata. A destra si trova invece la Cappella della Madonna dell'Intercessione o Cappella di Carlo IV (18) (nella foto 19), così chiamata perché il re di Spagna la fece abbellire durante il periodo di esilio nel convento (1814). Ulteriori interventi di restauro furono compiuti tra il 1852 ed il 1860 dai Chierici Regolari di Somasca (detti Somaschi), ai quali Pio IX aveva donato la basilica ed il monastero. Martirologio Romano: A Roma nella chiesa sul colle Aventino, sotto il nome Alessio si venera un uomo di Dio, che, come dice la tradizione, lasciò una casa ricca per diventare povero e mendicare in incognito l’elemosina. Non raccogliamo altri dati personali sulla vostra navigazione. La leggenda è giunta fino a noi dopo numerose interpolazioni di scribi, giullari, cantastorie (dimostrato da il "Ritmo", uno dei documenti più antichi dell'italiano volgare), trovatori e comici, fino ad essere musicata da Stefano Landi su libretto del cardinal Rospigliosi.